Nel primo semestre del 2025, l’importo medio richiesto per un mutuo in aumento in Italia ha raggiunto la cifra di 137.215 euro, con un incremento del 3,1% rispetto all’anno precedente. Secondo un’analisi condotta congiuntamente da Facile.it e Mutui.it, questo trend positivo nel mercato dei mutui è attribuibile alle favorevoli condizioni offerte dalle banche, alla riduzione del costo del denaro e all’aumento della fiducia dei consumatori.
Giovani conquistano il mercato: under 36 al 38%
Non solo l’importo, ma anche il valore medio degli immobili soggetti a mutuo è aumentato dell’1%, raggiungendo i 208.405 euro. La durata media del piano di ammortamento si è prolungata fino a 25 anni, mentre il rapporto tra il valore del mutuo e quello dell’immobile è arrivato al 72%. Anche la fascia d’età dei richiedenti finanziamenti si è abbassata, passando da 41 a 40 anni. È interessante notare come la percentuale di under36 sia salita dal 36% al 38%.
Le surroghe hanno guadagnato peso percentuale, passando al 28%, mentre i tassi fissi hanno visto un aumento, rendendo i tassi variabili l’offerta momentaneamente più vantaggiosa, soprattutto a causa della diminuzione dell’Euribor, frutto delle misure della Banca Centrale Europea.
Come sottolineato da Facile.it:
Quando si richiede un finanziamento, non è sufficiente considerare solo il tasso. I tassi variabili, sebbene allettanti, possono subire variazioni nel tempo; i tassi fissi, invece, rimangono stabili. La scelta va fatta tenendo in considerazione le specifiche esigenze del mutuatario. Un consulente esperto può risultare fondamentale per trovare la soluzione più idonea.
Variabile o fisso? Facciamo chiarezza
Il 2025 ha visto un bilanciamento nel mercato dei mutui: i tassi fissi sono leggermente aumentati, mentre i tassi variabili hanno registrato una diminuzione grazie al calo dell’Euribor, a seguito delle manovre della BCE. Di conseguenza, oggi i mutui a tasso variabile possono apparire più vantaggiosi.
Prendendo in considerazione un mutuo di 126.000 euro su 25 anni e un rapporto Loan To Value del 70%:
- Il tasso fisso, con un Tan del 2,92%, comporta una rata di circa 592 euro;
- Il tasso variabile, con un Tan del 2,33%, presenta una rata attorno ai 554 euro.
Questa differenza di circa 38 euro al mese rappresenta un risparmio interessante. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente la scelta: il tasso variabile offre un immediato alleggerimento della rata, ma espone al rischio di future fluttuazioni; il fisso, pur essendo leggermente più costoso inizialmente, promette stabilità nel tempo. Non è sorprendente che nel primo semestre il 90% dei mutuatari abbia optato per il tasso fisso, considerato un “tampone” contro possibili imprevisti.
Possibili ulteriori tagli ai tassi in arrivo?
Il 2025 ha visto la Bce attuare diversi tagli dei tassi di interesse, anche se a giugno è arrivato un primo stop dopo un anno e mezzo di riduzioni. Tuttavia, in vista del tradizionale simposio di Jackson Hole negli Stati Uniti, Christine Lagarde, presidente della BCE, non ha escluso un nuovo taglio per affrontare l’emergenza dei dazi e il calo del dollaro.
Durante un intervento a Ginevra all’International Business Council del World Economic Forum, Lagarde ha evidenziato la resilienza dell’economia dell’area euro in un contesto globale difficile. Tuttavia, secondo le proiezioni di giugno dell’Eurosistema, si prevede un rallentamento della crescita alla fine del terzo trimestre. La prospettiva di un ulteriore allentamento monetario entro la fine dell’anno sembra quindi sempre più realistica.
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