Nel contesto famigliare, la trasferimento di denaro tra parenti è una pratica comune che può avvenire per vari motivi. Spesso si tratta di aiuti disinteressati, e altre volte si configurano come prestiti, che tuttavia non vengono sempre formalizzati per iscritto. Ciò porta a interrogarsi su come definire giuridicamente tali operazioni: è un mutuo, un deposito irregolare o addirittura una donazione? La questione diviene ancora più complessa in relazione alle implicazioni fiscali e legali. In questo articolo, analizzeremo le differenze essenziali tra queste fattispecie giuridiche in modo da chiarire i dubbi più comuni.
I requisiti del mutuo
Per prima cosa, è fondamentale chiarire che, in generale, un trasferimento di denaro, anche se effettuato tra familiari, può adottare forme giuridiche diverse. La qualificazione di un contratto nel diritto civile italiano si basa sulla causa concreta dell’accordo, dunque sull’effettiva funzione economico-sociale dell’operazione. Pertanto, anche un semplice trasferimento di denaro, privo di formalità apparenti, può detenere una rilevanza giuridica differente a seconda delle circostanze.
Entrando nel merito, il mutuo è disciplinato dagli articoli 1813 e seguenti del Codice Civile e funge da prestito. Si tratta di un contratto reale, che si perfeziona con la consegna del denaro o di beni fungibili. L’elemento distintivo di un mutuo è la trasferibilità della proprietà: il mutuante trasferisce al mutuatario la proprietà della somma, con l’obbligo di restituzione equivalente entro un termine prestabilito.
Il mutuo può essere a titolo gratuito (senza interessi) o oneroso (con interessi). Sebbene la sottoscrizione di una scrittura privata non sia necessaria per la validità, è comunque consigliata per tutelarsi in caso di contestazioni future. Prendiamo un esempio pratico:
Un padre versa al figlio 20.000 euro per l’acquisto della prima casa, concordando verbalmente il rimborso in dieci anni. Anche senza un contratto scritto, questa situazione si configura come un mutuo.
Che cos’è un deposito irregolare
Il deposito irregolare è regolato dall’articolo 1782 del Codice Civile. A differenza del deposito ordinario, dove il depositario custodisce e restituisce il bene ricevuto, nel deposito irregolare il bene diventa di proprietà del depositario, il quale si impegna a restituire una quantità equivalente. La reale differenza rispetto al mutuo è che la funzione del deposito irregolare è quella di custodire il denaro, non di prestarlo.
Il depositante, in quanto tale, può chiedere la restituzione in qualsiasi momento, salvo diverso accordo. In ambito familiare, un deposito irregolare si concretizza quando il denaro è consegnato per essere custodito, piuttosto che prestato, instaurando un rapporto basato sulla fiducia. Ad esempio, una madre può dire al figlio: “Tieni questi soldi per me, finché non ne avrò bisogno”. Senza un obbligo di restituzione concordato, questa situazione può facilmente definirsi un deposito irregolare.
È importante notare che l’interpretazione corretta di tali rapporti contrattuali dipende dalla volontà delle parti e dalle circostanze concrete. Questa distinzione assume un’importanza particolare anche in ambito fiscale, poiché l’Agenzia delle Entrate potrebbe controllare i trasferimenti di denaro tra familiari.
Donazione di denaro
Quando il trasferimento di denaro non è ufficializzato e mancano prove scritte, l’atto può essere considerato una donazione indiretta, con relative conseguenze fiscali, inclusa la necessità di un atto pubblico in caso di importi significativi. È quindi essenziale che la volontà di donare sia formale e chiara.
Cosa fare per evitare conflitti
Per prevenire controversie famigliari, alcune semplici precauzioni possono fare una grande differenza:
- Forma l’atto di trasferimento con una scrittura privata firmata da entrambe le parti.
- Indica chiaramente la natura del rapporto, specificando se si tratta di un mutuo o di un deposito.
- Prevedi termini e modalità di restituzione, come rate e scadenze.
- Utilizza bonifici tracciabili, specificando come causale prestito infruttifero o somma in deposito.
- Registro il contratto, in particolare se la somma è significativa.
In assenza di prova contraria, l’Agenzia delle Entrate potrebbe considerare il trasferimento come una donazione, imponendo quindi registrazioni e imposte. Un versamento consistente potrebbe essere interpretato come un reddito non dichiarato, a meno che le ragioni non siano documentate in modo chiaro.
Cosa succede in caso di lite
Senonché non ci sia un documento scritto, una delle parti potrebbe trovarsi in difficoltà nel dimostrare la natura vera del trasferimento. Se il denaro non viene restituito, chi lo ha dato potrebbe:
- Ricorrere a testimoni;
- Subire presunzioni a sfavore;
- Essere costretto a intraprendere azioni legali per recuperare la somma.
Una corretta qualificazione giuridica del rapporto può prevenire malintesi tra familiari, evitare problematiche con l’Agenzia delle Entrate e garantire protezione in caso di controversie.
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