Con il ciclo al rialzo che sembra essersi concluso, per chi ha un mutuo variabile in corso si intravede un periodo di maggiore serenità. La Banca Centrale Europea ha avviato una fase di raffreddamento dei tassi, e un ulteriore taglio atteso nel giugno 2025 potrebbe già portare vantaggi significativi nel breve termine. Questa inversione di tendenza arriva dopo mesi di rincari e rappresenta una boccata d’ossigeno per molti. Analizziamo insieme gli effetti pratici di questo cambiamento sui mutui in Italia.
La BCE riduce i tassi: il futuro dei mutui variabili
Secondo report pubblicati da Bloomberg, si prevede un taglio di 25 punti base nella prossima riunione di giugno, grazie a un atteggiamento più cauto di alcuni membri del board della BCE. Sebbene non ci siano conferme ufficiali, il mercato sembra anticipare questa decisione.
La BCE ha già effettuato tagli ai tassi di riferimento per 75 punti base dall’inizio dell’anno, e gli esperti indicano che questa tendenza continuerà. Si può osservare un impatto sui tassi interbancari: l’Euribor a 3 mesi, che funge da indicatore per i mutui variabili, è sceso a una media del 2,32% all’inizio di aprile, registrando un calo di 12 punti base rispetto a marzo e oltre mezzo punto rispetto alla fine del 2024.
In questo contesto, il costo dei nuovi mutui inizia a seguire trend simili: a marzo 2025, il tasso medio sui mutui casa è sceso al 3,14%, rispetto al 4,42% di dicembre scorso.
Riduzione delle rate dei mutui variabili nel 2025
Per i mutui a tasso variabile, le rate mensili si allineano agli indici di riferimento (come l’Euribor), il che significa una diminuzione immediata dieci mese al calo degli stessi. Dunque, il taglio dei tassi da Francoforte si traduce velocemente in un risparmio per chi ha un mutuo indicizzato.
Un mutuatario tipo può risparmiare circa 17 euro al mese con una riduzione di 25 punti base (0,25%). Se nel prossimo futuro ci saranno ulteriori tagli, il risparmio potrebbe arrivare a circa 40 euro mensili.
Con il recente taglio, il Tan medio sui mutui variabili è sceso dal 3,69% al 3,44%, portando la rata mensile di un mutuo di 150.000 euro su 20 anni da circa 884 a 865 euro: diciannove euro in meno, senza fare nulla di speciale.
Se a giugno dovesse scattare un ulteriore taglio di 25 punti base, la rata potrebbe scendere fino a 846 euro. In totale, il risparmio complessivo potrebbe toccare i 38 euro al mese.
Analisi pratica: risparmi sulle rate con i nuovi tassi
Per molte famiglie italiane, questo calo dei tassi si traduce in un reale sollievo. Negli ultimi anni, una grande parte di chi ha contratto un mutuo ha scelto il tasso fisso (oltre l’80% dei nuovi contratti), per proteggersi dalle oscillazioni. Tuttavia, molte famiglie con un mutuo variabile hanno visto le loro rate crescere rapidamente durante il periodo di rialzi della BCE.
Ad esempio, a metà del 2022, la rata media di un mutuo di 126.000 euro era di circa 456 euro, ma è salita a circa 752 euro alla fine del 2023. Finalmente, questa tendenza pare essersi invertita: le rate indicizzate stanno tornando sotto i 600 euro, dando fiato ai bilanci familiari. Anche una diminuzione di 20-30 euro al mese può sembrare esigua, ma, su base annua, ciò rappresenta un risparmio considerevole da reinvestire in altre spese importanti.
Mutui variabili più vantaggiosi per le famiglie italiane
Il taglio dei tassi rappresenta un’ottima notizia, in particolare per chi ha già in corso un mutuo variabile. I vantaggi sono immediati, poiché la rata viene ricalcolata periodicamente in base al nuovo valore dell’Euribor (di solito ogni uno o tre mesi).
Le famiglie che hanno avuto difficoltà a gestire gli aumenti nel 2023 ora ricevono segnali di miglioramento. Inoltre, la possibilità di ulteriori tagli nei prossimi mesi rende la situazione ancora più promettente. Chi ha mutui a lungo termine potrebbe risparmiare diverse migliaia di euro, se questo trend di discesa dovesse continuare fino alla fine del 2025.
Mutui 2025: confronto tra fisso e variabile
Il calo dei tassi rimodella anche il panorama per coloro che stanno considerando di richiedere un mutuo. Per gran parte del 2023, i mutui a tasso fisso erano decisamente più convenienti rispetto ai variabili, ma adesso la differenza si sta riducendo. Secondo MutuiOnline, ad aprile 2025 i migliori tassi fissi si attestano intorno al 2,2%, mentre quelli variabili si aggirano attorno al 2,6%, con una differenza di pochi decimali.
In media, a marzo, il tasso fisso era ancora circa 2,82% Tan (rata di circa 818 euro su 150.000 euro per 20 anni) contro circa 3,7% del variabile. Ma dopo l’ultimo taglio, il vantaggio del fisso si è ridotto a poche decine di euro sulla rata standard.
Oggi ci sono già offerte variabili quasi in linea con i livelli dei fissi, un segnale chiaro di come il gap si stia riducendo. Gli esperti prevedono che con il proseguire dei tagli questa differenza si attenuerà ulteriormente. Con un Euribor previsto in ulteriore calo (alcuni stimano sotto il 2% entro la fine dell’estate), il variabile potrebbe diventare competitivo e, persino, più economico del fisso entro la fine dell’anno. Per i nuovi mutuatari, si sta quindi presentando una scelta aperta: il fisso offre la certezza di una rata costante, mentre il variabile parte leggermente più alto, ma con affermazioni concrete di discesa futura se il trend dei tassi sarà confermato.
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