Negli ultimi tempi, il tema degli immobili abusivi comprati dai Comuni e i pignoramenti ha assunto un’importanza fondamentale nel dibattito giuridico italiano. Con la recente ordinanza n. 10933/2025, la Cassazione ha stabilito che i creditori possono pignorare non solo gli immobili regolarmente acquisiti, ma anche quelli abusivi, a condizione che l’ipoteca sia stata iscritta prima dell’acquisizione e che il creditore non sia responsabile dell’abuso. Questa decisione si inserisce in un contesto in cui le amministrazioni locali stanno intensificando gli sforzi per combattere l’abusivismo edilizio e riportare l’ordine nel patrimonio immobiliare.
Particolarmente nel capoluogo siciliano, il Comune ha recentemente avviato nuove demolizioni di strutture abusive varie, dai barbecue alle tettoie, fino a un intero appartamento. La pronuncia della Cassazione si configura in questo scenario come un importante passo avanti nella lotta contro l’abusivismo, garantendo una maggiore protezione a chi vanta diritti su beni immobiliari.
La situazione dell’abusivismo edilizio
La questione ha radici storiche, risalendo agli anni Ottanta, quando una società, la Sicilsud Leasing S.p.A., vantava crediti per oltre 200 milioni di lire, corrispondenti a circa 115 mila euro, nei confronti di alcuni debitori. Nel 1993, la società ottiene un decreto ingiuntivo e nel 1994 iscrive un’ipoteca su un terreno di proprietà dei debitori in Agrigento. Qui, successivamente, viene realizzato un immobile abusivo che il Comune decide di acquisire gratuitamente, come previsto dalla legge n. 47 del 1985.
Nel 2013, la Brera Servizi Aziendali S.r.l., cessionaria del credito, tenta di recuperare il proprio credito avviando l’esecuzione forzata, tentando di pignorare sia il fondo che l’immobile abusivo. Tuttavia, il giudice di esecuzione respinge l’istanza di vendita, sostenendo che l’acquisizione comunale del bene estingua l’ipoteca. Davanti a questa decisione, la Brera presenta ricorso in Cassazione, facendo presente di non aver mai potuto partecipare al procedimento di acquisizione amministrativa.
L’importanza della Cassazione
Con l’ordinanza n. 10933/2025, le Sezioni Unite civili approvano una visione diversa: l’acquisizione gratuita di un immobile abusivo da parte di un Comune non comporta la cancellazione dell’ipoteca iscritta da un creditore non coinvolto nell’abuso edilizio. Questa nuova interpretazione rappresenta una protezione cruciale per i diritti dei creditori.
Uno dei punti chiave è che, se il Comune non utilizza l’immobile per fini pubblici, il creditore potrà continuare l’esecuzione forzata, cercando di recuperare il debito attraverso la vendita del bene. Solo nel caso in cui il Comune dichiari specificamente l’esistenza di interessi pubblici, l’ipoteca sarà estinta.
Le condizioni post-decisione
La Cassazione delinea anche chiaramente i passaggi per chi acquista il bene all’asta. Se sono presenti condizioni per una sanatoria, l’acquirente può presentare domanda entro 120 giorni dalla notifica del trasferimento. Talvolta, l’immobile può risultare insanabile e quindi deve essere demolito, a spese dell’acquirente. Tali disposizioni rappresentano un’opportunità per chi ha crediti ipotecari di non essere escluso dalle esecuzioni su immobili abusivi.
Questa novità potrebbe dare nuova vita a procedure esecutive sospese da lungo tempo, in particolare in territori come Agrigento, dove l’abusivismo è un fenomeno consolidato. La Cassazione, quindi, non solo afferma un principio giuridico ma incentiva anche una gestione più rigorosa degli immobili abusivi.
Scopri come funziona Freedhome
In conclusione, la decisione della Cassazione segna una chiara rottura con il passato e offre una maggiore tutela ai creditori. Chi è in possesso di diritti su beni immobiliari abusivi non deve più temere di essere tagliato fuori dalle esecuzioni, ponendo così un freno al dilagante problema dell’abusivismo edilizio.
Fai clic qui per altre notizie, consigli e strategie inerenti il mercato degli affitti brevi in Italia: leggi di più.