In questo momento non ci si può non chiedere: il mutuo conviene con i tagli dei tassi Bce? Questo tema è particolarmente rilevante considerando il sesto intervento consecutivo della Banca Centrale Europea, che ha ridotto il tasso sui depositi da 2,75% a 2,50%. Tale variazione può segnare una nuova fase per il settore immobiliare, influenzando anche il costo dei mutui.
Di norma, le banche adeguano i tassi d’interesse applicati ai prestiti in base alle decisioni della Bce. Nonostante le dichiarazioni ufficiali della Banca Centrale sull’assenza di impegni precisi riguardanti ulteriori tagli, molti esperti prevedono ulteriori manovre nel 2025, aprendo a nuove opportunità per coloro che desiderano acquistare casa.
Analisi storica dei tassi di interesse
Negli ultimi anni, il tasso di riferimento per le operazioni di rifinanziamento principali è sceso, passando da un 2,90% a un 2,65%. Questo cambiamento ha semplificato il processo di accesso ai prestiti per le banche, rendendo i mutui a tasso fisso decisamente più vantaggiosi rispetto al passato. Comunque, a partire dal 2022, abbiamo assistito a un’inversione di tendenza, con l’aumento dei tassi di rifinanziamento che ha rallentato la crescita del mercato immobiliare.
Impatto sui mutui e risparmi attesi
Secondo le analisi condotte dall’associazione dei consumatori Codacons, il recente taglio dei tassi da parte della Bce è destinato ad alleviare le spese per i finanziamenti. Dallo scorso anno, i tassi di interesse sui mutui sono diminuiti di 1,37%, scendendo dal 4,92% di novembre 2023 fino al 3,55% di dicembre 2024.
Questa riduzione si traduce in un risparmio mensile compreso tra 13 e 30 euro per le famiglie con mutui a tasso variabile. Per un finanziamento di 100.000 a 200.000 euro della durata di 20 anni, Codacons stima un risparmio annuale che va da 156 a 324 euro. Per un mutuo di 30 anni, il risparmio può oscillare tra -180 e -360 euro.
Prospettive per il mercato immobiliare
Il futuro dei mutui sarà influenzato dall’equilibrio tra i tassi decisionali della Bce, l’Euribor, e l’Eurirs, l’indice che determina i mutui a tasso fisso. Malgrado i recenti tagli, il panorama inflattivo e le minacce di dazi commerciali provenienti dagli Stati Uniti creano un clima di incertezza.
Attualmente, secondo i dati forniti dall’Associazione bancaria italiana, il tasso medio per i nuovi mutui è sceso dal 4,42% di dicembre 2023 al 3,10% di dicembre 2024, dimostrando un’evidente ripresa del mercato. Inoltre, l’analisi del sindacato bancario Fabi rileva che i prestiti per l’acquisto di case sono aumentati di 4,4 miliardi di euro, con un incremento dell’1% in un periodo di sei mesi.
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