Per la prima volta dopo la pandemia di Covid-19, gli affitti brevi subiscono un calo significativo nelle principali città italiane, specialmente in quelle con una forte vocazione turistica. La situazione attuale è preoccupante per chi investe nel settore degli affitti brevi, poiché nuove tassazioni, normative restrittive e l’obbligo di regole di sicurezza per i locatori, stanno creando un ambiente sempre più difficile per il fai da te.
Il calo degli affitti brevi: dati alla mano
Secondo le statistiche, a febbraio 2025, gli annunci relativi agli affitti brevi nei principali capoluoghi di provincia hanno registrato un calo del -11%, con un picco del -20% a Firenze. Roma segna un -9% e Milano un -8%, evidenziando una tendenza preoccupante per il settore. Anche se l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (Cin), obbligatorio dal 2 gennaio 2025 per tutti gli alloggi in affitto breve, mira a garantire maggiore trasparenza, si stima che il 15% delle strutture registrate non abbia ancora richiesto il Cin. Questo porta a un aumento degli affitti in nero e all’uscita dal mercato di molte strutture.
Implicazioni delle nuove normative sul mercato degli affitti brevi
Le nuove regole imposte dal governo, come l’obbligo di comunicare il Cin nella dichiarazione dei redditi e i recenti divieti sulle keybox, stanno complicando ulteriormente la gestione degli affitti brevi. Nelle città di Roma e Firenze, ad esempio, il divieto di utilizzare check-in automatici ha costretto i proprietari a essere fisicamente presenti per la consegna delle chiavi, complicando la situazione. Queste misure, originate da comitati di cittadini preoccupati per l’aumento dei prezzi degli affitti, sembrano aver avuto un impatto diretto sulla diminuzione di interesse nei confronti degli affitti brevi.
In aggiunta al contesto normativo, la pressione fiscale, con l’applicazione di una cedolare secca al 26% sulle seconde case, e l’implementazione di rigorosi obblighi di sicurezza, hanno incrementato i costi per i proprietari. La diminuzione della domanda turistica, alimentata dall’attuale incertezza economica, sta causando un ulteriore abbassamento dei prezzi e una sospensione delle inserzioni nelle zone meno centrali e attrattive.
Nonostante queste sfide, il governo ha programmato per il 20 di marzo un incontro tra rappresentanti statali e associazioni di categoria per esplorare possibili modifiche alle attuali normative. Una delle proposte avanzate include l’adozione di app simili allo Spid per facilitare l’identificazione dei clienti.
Verso affitti a lungo termine? Un ritorno alla normalità?
I dati indicano che molti proprietari stanno riconsiderando le loro opzioni, orientando i loro investimenti verso affitti di lungo periodo, che si rivelano meno rischiosi e più stabili rispetto agli affitti brevi. Con una maggiore domanda da parte di famiglie e studenti, quest’opzione si sta dimostrando più profittevole in questo contesto incerto.
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