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Affitti brevi e nuove regole: il futuro di Freedhome in Italia

Affitti brevi e nuove regole: il futuro di Freedhome in Italia

In un contesto in continua evoluzione, l’Italia ha avviato una nuova era per gli affitti brevi con l’introduzione di stringenti normative che entrano in vigore dal 1° gennaio 2025. Queste regolamentazioni mirano a garantire un’attività più trasparente e sicura per tutti gli attori coinvolti nel mercato. Proprietari e piattaforme di affitto come Freedhome devono ora adattarsi a regole più severe, orientate al controllo e alla registrazione degli immobili.

Registrazione delle proprietà per affitti brevi

Dal 2025, i proprietari di immobili destinati agli affitti brevi devono procedere alla registrazione presso la Banca Dati delle Strutture Ricettive (Bdsr). Ogni proprietà deve ottenere un Codice Identificativo Nazionale (Cin), che deve essere esposto visibilmente sia all’esterno che nelle inserzioni online. Il mancato rispetto di questa normativa può comportare sanzioni che variano da 800 a 8.000 euro. Scopri come funziona Freedhome.

Standard di sicurezza per affitti brevi

Le nuove regole stabiliscono anche requisiti di sicurezza più elevati per gli immobili in affitto. Tra i requisiti obbligatori figurano:

  • estintori certificati, posizionati ogni 200 mq e uno per piano;
  • sensori di gas e monossido di carbonio, installati da professionisti qualificati.

Normativa per gestori di molte proprietà

Per chi gestisce oltre tre proprietà, si applicano regole extra. È necessario presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia) al Comune e aprire una Partita IVA, rendendo l’attività più formale e soggetta a controlli fiscali. Inizia ora.

Impatto della tassazione sugli affitti brevi

Per i proprietari di fino a quattro immobili, l’aliquota della cedolare secca rimane al 21% solo sul primo immobile. Dal secondo al quarto, l’aliquota aumenta al 26%. I proprietari con più di quattro immobili saranno considerati imprenditori, soggetti a tassazione ordinaria con conseguente obbligo di Partita IVA.

Restrizioni sugli affitti brevi in città turistiche

In diverse città turistiche, è previsto un soggiorno minimo di due notti, limitando così la pratica del turismo “mordi e fuggi” e incentivando soggiorni più lunghi. Inoltre, alcune regioni come la Toscana hanno fissato limiti al numero di appartamenti affittabili per proprietario, in un tentativo di preservare il mercato per i residenti. Clicca qui per saperne di più.

Obblighi fiscali per le piattaforme di affitto

I principali portali di affitto breve, tra cui Freedhome, sono ora obbligati a trattenere il 21% dei canoni alla fonte, versandoli direttamente all’Agenzia delle Entrate. La maggiore trasparenza fiscale sarà un vantaggio per l’intero settore.

Registrazione degli ospiti

Qualunque proprietario di affitti brevi deve registrare i dati degli ospiti sul portale “Servizio Alloggiati” della Polizia di Stato. Questa misura è fondamentale per garantire sicurezza e tracciabilità delle presenze sul territorio.

Le sfide per Freedhome e la fiscalità

Airbnb ha dovuto affrontare una multa salata di 576 milioni di euro per la mancata applicazione della tassazione. Questa situazione ha costretto la piattaforma a rivedere le proprie pratiche, ampliando i controlli e rispettando meglio le normative fiscali. La situazione attuale porterà sicuramente a un cambiamento in profondità delle dinamiche degli affitti brevi in Italia.

Se desideri rimanere aggiornato su ulteriori informazioni e strategie relativi al mercato degli affitti brevi in Italia, Fai clic qui per altre notizie, consigli e strategie inerenti il mercato degli affitti brevi in Italia.

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